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Narratologia: si può imparare a scrivere?

Le storie sono nate insieme all’umanità. Le narrazioni ci hanno accompagnati fin dall’alba dei tempi, hanno assunto forme diverse e hanno assecondato il progresso e lo sviluppo dell’uomo. Mentre i nostri bisogni cambiavano, quello di raccontare non è mai venuto meno. Ma esiste una scienza della narrazione?

La narratologia è una disciplina che si occupa di studiare le forme e le strutture della narrativa. In Italia spesso è considerata inutile, quando non dannosa. Facile incappare in personalità più o meno di rilievo pronte a sostenere che studiare scrittura sia una gabbia per la creatività. Ma è davvero così?

I musicisti non trovano strano o pericoloso studiare con un maestro per imparare a padroneggiare uno strumento. Lo stesso vale per i ballerini e per chi si occupa di arti visive. Perché la scrittura dovrebbe avere uno status diverso? La narratologia non stabilisce regole pronte a fondare una dittatura della creatività, ma fornisce agli autori strumenti utili per accrescere la propria consapevolezza, per comprendere quello che funziona nei libri propri e degli altri. Ignorare l’esistenza di questa disciplina non impedirà al tuo libro di avere una struttura riconducibile al viaggio dell’eroe; al massimo ti impedirà di capire come risolvere in modo efficace eventuali problemi strutturali.

Studiare scrittura non significa omologarsi, ma diventare padroni dei propri mezzi.

La narratologia non è utile solo agli scrittori. Si tratta di una disciplina che per prima cosa forma lettori più consapevoli, quindi interessa anche editor, redattori, recensori, blogger. In altre parole, chiunque voglia approcciarsi alla narrativa a un livello superiore rispetto all’amatorialità. Chi dice che la lettura è l’unica maestra di cui gli scrittori abbiano bisogno in un certo senso non sbaglia. Ma leggere in modo attivo e consapevole non è come leggere per passatempo. Un conto è sapere che cosa ti è piaciuto, un altro è sapere perché ti è piaciuto.

Di seguito ti elenco alcuni ambiti in cui lo studio (tramite corsi o manuali) ha fatto la differenza per me e il mio percorso:

  • Stile. Il primo corso di scrittura che ho seguito era un corso in presenza e comprendeva l’assegnazione di esercizi che poi l’insegnante leggeva e commentava. Quel lavoro è stato fondamentale per ripulire il mio linguaggio scritto da alcuni errori tipici dei principianti e per cominciare a sviluppare il potenziale che da questi errori era sommerso.
  • Organizzazione del lavoro. Conoscere le strutture fondamentali che stanno alla base delle storie mi permette di ragionare in modo organico su quello che andrò a scrivere fin dalla prima scintilla di un’idea.
  • Comprensione dei miei limiti. Non sono un’autrice perfetta e non lo sarò mai. Ma lo studio e l’esercizio mi permettono di cogliere i punti deboli di quello che faccio e mi spingono a lavorare per migliorarmi. E questo senza andare alla cieca, ma con una direzione precisa.

Ma dove si studia la narratologia? All’estero esistono veri e propri corsi di laurea in scrittura creativa. Molti autori celebri inglesi o americani hanno seguito proprio quel genere di corso di studi. In Italia non siamo altrettanto fortunati, e spesso sono proprio le autorità scolastiche o accademiche a rifiutare l’idea che la scrittura creativa possa essere insegnata. Chi è interessato a conseguire una formazione di questo tipo è costretto a seguire corsi privati e a completare l’istruzione con lo studio di testi e manuali.

Io ho seguito i corsi di Raul Montanari, Livio Gambarini e Francesco Trento. Ho studiato anche alcuni manuali e quelli che mi sento di consigliare sono:

Che cosa ne pensi? Hai mai pensato di studiare narratologia o hai già intrapreso studi di questo tipo? Fammi sapere la tua esperienza e la tua opinione nei commenti!

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