Uno degli aspetti per me fondamentali in un romanzo è la capacità dell’autore di creare empatia. Quando sfoglio le pagine di un libro nuovo voglio sentirmi a casa, voglio che i bisogni del protagonista diventino i miei bisogni e voglio riuscire a capire la radice profonda di ogni gesto, anche il più crudele o disumano.
In questo l’autore britannico Matt Haig è maestro. Pochi scrittori hanno la sua capacità di connettersi con la parte più vera della nostra natura. Haig parla a quella parte di noi che ci accomuna tutti in quanto esseri umani, e lo fa con dolorosa grazia. Poche volte mi è capitato di specchiarmi in modo così nitido come nelle sue storie.
“La biblioteca di mezzanotte” è un romanzo approdato in Italia grazie a Edizioni E/O ed è un esempio di narrativa fantastica capace di travalicare i confini del genere. Tanto che nel 2020 ha vinto i Goodreads Choice Awards nella categoria di narrativa generale.
Di seguito la descrizione dell’opera:
“Fra la vita e la morte esiste una biblioteca. Quando Nora Seed fa il suo ingresso nella Biblioteca di mezzanotte, le viene offerta l’occasione di rimediare agli errori commessi. Fino a quel momento, la sua vita è stata un susseguirsi di infelicità e scelte sbagliate. Le sembra di aver deluso le aspettative di tutti, comprese le proprie. Ma le cose stanno per cambiare. Come sarebbe andata la vita di Nora se avesse preso decisioni diverse? I libri sugli scaffali della Biblioteca di mezzanotte hanno il potere di mostrarglielo, proiettando Nora in una versione alternativa della realtà. Insieme all’aiuto di una vecchia amica, può finalmente cancellare ogni suo singolo rimpianto, nel tentativo di costruire la vita perfetta che ha sempre desiderato. Ma le cose non vanno sempre secondo i piani, e presto le sue nuove scelte metteranno in pericolo la sua incolumità e quella della biblioteca. Prima che scada il tempo, Nora deve trovare una risposta alla domanda di tutte le domande: come si può vivere al meglio la propria vita?”
Il problema di Nora è il problema di tutti: non importa quanto apparente successo ci sia nella nostra vita, avremo sempre dei rimpianti che ci portiamo dentro. Ed è proprio la sua universalità a rendere potente questa storia, che si fa portatrice di un messaggio tanto gentile quanto assoluto: la tua vita va bene così, per il semplice fatto di essere vita.
La narrazione è semplice e molto scorrevole, le pagine scivolano in capitoli brevi e dal buon ritmo. Non ci sono colpi di scena clamorosi e il finale è già insito nelle premesse, ma questo non rende la storia meno godibile. Lo stile di Haig non fa immergere tanto nei pensieri del personaggio, quanto nei nostri stessi pensieri. Leggere questo libro è come prendere un ascensore che porta dritto nelle profondità del nostro animo.
Nora è ognuno di noi e le innumerevoli vite che attraversa grazie alla Biblioteca di mezzanotte sono tutte credibili. La struttura episodica potrebbe far pensare a una costruzione frammentata, ma questo non accade grazie al fortissimo elemento di coesione generato dal messaggio che l’autore veicola nel romanzo.
Vengono affrontati argomenti delicati come la salute mentale con la consapevolezza di chi ha sperimentato la depressione in prima persona. Sono banditi cliché, banalizzazioni, drammatizzazioni. “La biblioteca di mezzanotte” usa l’elemento fantastico per raccontare la realtà, così com’è. Dura, dolorosa, ma anche bellissima.
Un libro potente e delicato, una storia che ne contiene infinite altre: quelle di ognuno di noi.
“La biblioteca di mezzanotte” nasce per far riflettere, per aiutare a riprendere la giusta prospettiva e a reimparare a vedere la bellezza insita nella nostra vita. In ogni vita.
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