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Racconto, novella, romanzo: le differenze

Racconto, novella, romanzo: hai sicuramente già sentito queste parole, ma sei sicuro di conoscere il loro vero significato?

Innanzitutto si tratta di una differenza di tipo quantitativo. In parole povere, si distingue tra le varie forme narrative in base alla diversa lunghezza. Attenzione: la lunghezza di una storia si misura non in pagine, ma in battute o parole. In Italia molte agenzie o case editrici ancora usano il sistema delle cartelle editoriali, dove una cartella è lunga circa 2mila battute (o 1800, a seconda di chi scrive). In ogni caso, le parole o le battute sono l’unico modo per far comprendere la lunghezza del tuo scritto in modo chiaro e univoco.

Vediamo insieme i parametri con i quali di norma si identificano le diverse forme di narrativa.

Le forme e le misure della narrativa

Racconto breve

Per racconto breve di norma si intende una storia lunga fino a 7000 parole, ossia 40000 battute. Si tratta della forma privilegiata dai concorsi di narrativa (che in ogni caso inseriranno nel bando la lunghezza massima dei testi accettati).

Racconto lungo

Il racconto lungo è sempre una forma di narrativa breve, ma con margini un po’ più ampi: si va dalle 7000 alle 17000 parole, cioè da 40000 a 100000 battute.

Novella

Con la novella andiamo ad affrontare una forma narrativa che richiede maggiore ampiezza e articolazione strutturale. I testi che rientrano in questa categoria di solito hanno un’ampiezza inclusa tra le 17000 e 40000 parole, vale a dire tra le 100000 e le 250000 battute.

In genere, questo formato è utilizzato per prequel, sequel, interludi, spin-off su personaggi secondari di un romanzo o di una serie. Gli autori e le case editrici spesso mettono a disposizione dei lettori novelle a un costo molto basso per promuovere un lancio oppure come magnete in cambio dell’iscrizione alla mailing list. Il motivo è semplice: si tratta di storie abbastanza corpose da costituire un’attrattiva per i lettori, ma al tempo stesso richiedono uno sforzo creativo inferiore rispetto al romanzo e quindi si prestano alla distribuzione gratuita o a basso costo per agganciare nuovi lettori.

Romanzo

Il romanzo è il re della narrativa. Con questo termine si indica una storia sopra le 40000 parole (di norma entro le 120000, ma non è una regola incisa nella pietra), quindi sopra le 250000 battute. Per esempio, Dolomites – Cuore di rovi è lungo circa 95000 parole (580000 battute).

Ma non c’è solo questo…

Da questa differenza di lunghezza consegue anche una differenza di tipo contenutistico. Maggiore ampiezza del contenuto si traduce di norma in una maggiore complessità strutturale.

Ma attenzione, questo non implica che scrivere racconti sia più semplice di scrivere romanzi. Anzi, per molti scrittori è proprio il contrario, perché risulta difficile concentrare nel poco spazio a disposizione un’esperienza soddisfacente per il lettore. Un tomo di 500 pagine ha tutto lo spazio per coinvolgere il lettore in un viaggio dell’eroe completo, con un arco di trasformazione approfondito, mentre un racconto di poche cartelle dovrà riuscire a fotografare un singolo snodo cruciale, metterlo a fuoco con precisione e renderlo accattivante con una prosa priva di sbavature. Se sembra facile, ti sfido a provare. 😉

Scrivere racconti è un ottimo esercizio per scrittori. Molti concorsi sono dedicati proprio a questa forma narrativa. Anche se sul mercato è il romanzo a fare da padrone, mettersi alla prova con testi brevi permette di assumere grande consapevolezza dei propri mezzi espressivi e di migliorare più in fretta.

Dal punto di vista dei lettori

Le raccolte di racconti non sono certo la locomotiva dell’editoria. Dal punto di vista di un lettore, una raccolta o un’antologia di racconti richiede maggiore sforzo e maggiore attenzione, perché ogni poche pagine sarà necessario immergersi in un nuovo universo narrativo e imparare le regole da 0.

La media dei lettori tende quindi (inconsciamente) a preferire la forma del romanzo, perché solo nelle fasi iniziali dovrà sforzarsi di comprendere le regole del gioco; inoltre, sa che l’appagamento emotivo e intellettivo dato da colpi di scena, svolte e climax sarà molto maggiore grazie agli artifici retorici che l’autore ha la possibilità di mettere in atto solo all’interno di narrazioni dall’ampio respiro.

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