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Consigli di lettura: The winner’s kiss di Marie Rutkoski

La conclusione di una saga è sempre un momento delicato. Con l’ultimo volume è necessario tirare le fila di tutte le trame e sottotrame dei libri precedenti, continuare ad alzare la posta in gioco e le aspettative, e infine dare una degna conclusione che appaghi il lettore. “The winner’s kiss” è il terzo volume della saga low fantasy young adult di Marie Rutkoski (puoi leggere la mia recensione ai primi due volumi qui e qui) e riesce nell’impresa… ma solo a metà.

Andiamo per gradi. Questa è la descrizione del libro (attenzione, contiene spoiler sui volumi precedenti):

“La guerra è iniziata e Arin ne è coinvolto, con nuovi inaffidabili alleati e l’impero come suo nemico. Anche se si è convinto di non amare più Kestrel, Arin non l’ha dimenticata, come non ha dimenticato come sia diventata il tipo di persona che disprezzava. Aveva più a cuore l’impero che le vite di persone innocenti… Almeno questo è ciò che crede. Nel ghiacciato nord, Kestrel è prigioniera in un brutale campo di lavoro. Mentre cerca disperatamente una via per fuggire, spera che Arin sappia che si è sacrificata per lui. Spera di poter far pagare l’impero per ciò che le ha fatto. Ma nessuno ottiene ciò che vuole solo desiderandolo. Mentre la guerra s’intensifica, sia Kestrel che Arin scoprono che il mondo sta cambiando. L’est è schierato contro l’ovest, e loro si trovano nel mezzo. Con così tanto da perdere, può qualcuno vincere veramente?”

Il secondo volume si era concluso con un perfetto incastro di intrighi e passioni dall’esito tragico. Questo libro riprende dove quello si era interrotto, e nelle prime pagine ne rispecchia la tensione. Peccato che dopo il primo quarto il ritmo e la posta in gioco subiscano un drastico calo, che a mio parere inficia molto sul livello del libro.

La tensione tra Arin e Kestrel, che era stata uno dei pilastri dei volumi precedenti e aveva reso sofisticata la storia d’amore, qui viene a mancare ben presto. Il rapporto tra i due si riduce un gioco continuo di scaramucce e incomprensioni che sa di già visto e si trascina verso una prevedibile conclusione. Tutto il secondo atto è impostato in modo tale da suscitare il classico pensiero: un centinaio di pagine in meno non avrebbe fatto male.

Nella parte finale del romanzo la narrazione ritorna a essere un po’ più spigliata, ma risente di un climax forzato, che manca del vigore necessario per convincere appieno.

Lo stile è sempre evocativo; a mio parere, però, in questo libro l’autrice non dà il meglio di sé a causa delle numerose scene di scontro, battaglia e conflitto che non sono mai state il punto forte dell’opera.

L’impressione generale è che l’autrice avesse finito di dire ciò che voleva con il potente atto finale del secondo libro e che questa sia stata un’aggiunta necessaria solo per dare ai tormentati protagonisti un lieto fine. Gli archi narrativi giungono comunque a conclusione e pur senza picchi notevoli tirano le somme della storia. Chi ama il “E vissero felici e contenti” sarà soddisfatto.

Insomma, per me questo terzo e ultimo volume è stato una piccola delusione, soprattutto se confrontato con le aspettative molto alte stabilite dai primi libri della saga. La trilogia nel complesso resta una delle più valide letture fantasy young adult in circolazione. Il vertice viene toccato nel secondo volume e “The winner’s kiss” si attesta su un livello in media più basso, ma a mio parere resta nella fascia alta della sua categoria.

Conosci questo libro? La mia recensione ti ha incuriosito? Scrivimi la tua opinione nei commenti!

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