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Consigli di lettura: “Piranesi” di Susanna Clarke

È stato il libro più chiacchierato dei social all’inizio del 2021: solo marketing, o la fama di Piranesi è meritata?

Confesso di essermi avvicinata alla lettura di questo romanzo con molti dubbi. La quarta di copertina mi sembrava fumosa e l’impressione generale che ne traevo era che si trattasse di un libro volutamente oscuro, metaforico e privo di sostanza (ossia ciò che odio di più in ogni genere di letteratura).

Non sono mai stata così felice di sbagliarmi.

Di seguito la quarta incriminata:

Piranesi vive nella Casa. Forse da sempre. Giorno dopo giorno ne esplora gli infiniti saloni, mentre nei suoi diari tiene traccia di tutte le meraviglie e i misteri che questo mondo labirintico custodisce. I corridoi abbandonati conducono in un vestibolo dopo l’altro, dove sono esposte migliaia di bellissime statue di marmo. Imponenti scalinate in rovina portano invece ai piani dove è troppo rischioso addentrarsi: fitte coltri di nubi nascondono allo sguardo il livello superiore, mentre delle maree imprevedibili che risalgono da chissà quali abissi sommergono i saloni inferiori.
Ogni martedì e venerdì Piranesi si incontra con l’Altro per raccontargli le sue ultime scoperte. Quest’uomo enigmatico è l’unica persona con cui parla, perché i pochi che sono stati nella Casa prima di lui sono ora soltanto scheletri che si confondono tra il marmo.
Improvvisamente appaiono dei messaggi misteriosi: qualcuno è arrivato nella Casa e sta cercando di mettersi in contatto proprio con Piranesi. Di chi si tratta? Lo studioso spera in un nuovo amico, mentre per l’Altro è solo una terribile minaccia. Piranesi legge e rilegge i suoi diari ma i ricordi non combaciano, il tempo sembra scorrere per conto proprio e l’Altro gli confonde solo le idee con le sue risposte sfuggenti. Piranesi adora la Casa, è la sua divinità protettrice e l’unica realtà di cui ha memoria. È disposto a tutto per proteggerla, ma il mondo che credeva di conoscere nasconde ancora troppi segreti e sta diventando, suo malgrado, pericoloso.
Susanna Clarke, autrice fantasy fra le più acclamate, torna in maniera trionfale con un nuovo, inebriante romanzo ambientato in un mondo da sogno intriso di bellezza e poesia.

Ora che ho letto questo romanzo, posso capire come mai sia difficile parlare della trama in modo più approfondito e meno nebuloso: farlo rischierebbe dei grossi spoiler che rovinerebbero la lettura. Cercherò quindi di evitare di scendere nel dettaglio e mi limiterò ad analizzare cosa funziona in questo libro.

L’aspetto che più mi ha esaltato durante la lettura e da un certo punto in poi mi ha incollata alle pagine è l’uso magistrale del narratore inaffidabile. È un espediente che amo, perché a mio parere sfrutta al meglio le possibilità della narrativa e stuzzica l’intelligenza del lettore, ma senza prendersene gioco. Da scrittrice so quanto possa essere difficile gestire un narratore di questo tipo, e perciò a maggior ragione lo trovo soddisfacente da lettrice, se utilizzato bene. E Clarke lo utilizza in modo perfetto, basando proprio su questo espediente l’architettura del mistero su cui si regge il romanzo.

Ottimo anche il modo in cui vengono gestite le informazioni: da un certo momento in poi, il lettore si trova a saperne più di Piranesi. E questo sebbene il punto di vista di tutto il libro sia proprio quello di Piranesi. Un rischio, un gioco difficile ma dalla riuscita impeccabile: lo scollamento tra il lettore e il protagonista non fa altro che aumentare l’empatia nei suoi confronti e il desiderio di vedere realizzato il suo bisogno.

Sostenuto da un impianto narrativo così intelligente e ben costruito, anche il significato simbolico della storia acquista forza. Mi è piaciuto leggere tra le righe la metafora di un’innocenza perduta ma non irrecuperabile. A volte crescere e diventare adulti fa male, ma la purezza che un tempo ci apparteneva e rendeva il mondo più bello non è smarrita per sempre: sta a noi ritrovare quello sguardo. E Piranesi ci aiuta a farlo.

Innocenza, perdita, assenza, smarrimento. Ecco i temi che si respirano tra queste pagine. Quando è stato che la magia di un’umanità bambina è diventata scienza? Lo scienziato è il cercatore di verità, ma la verità è accessibile solo all’innocente, al bambino, al mago. Eppure, una volta toccata dalla verità, l’innocenza non può che esserne corrotta.

“Piranesi” è un incastro perfetto di prospettive, una narrazione abbagliante dove ogni dettaglio ha il suo posto, capace di soddisfare l’intelligenza e sollevare lo spirito.

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